SENZA FAMIGLIA

Rete di Lavoro . 2016
arteideologia raccolta supplementi
made n.13 marzo 2017
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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Alla rete di lavoro . Durante l’ultima riunione in collegamento Skype è venuto fuori il tema della famiglia. Argomento piuttosto delicato, ha visto soccombere quasi tutti i "marxisti" anche di grosso calibro. L'unica corrente che lo ha affrontato in modo radicale è la Sinistra. Propongo qui alcuni riferimenti che non ho trovato durante la teleriunione. Un caro saluto.

da Struttura economica e sociale...:

Quando non si era ancora dimenticato il classico inno che il nostro Manifesto levò fra il terrore di un mondo abbacinato, alle gesta della borghesia mondiale… Quando le masse immense dei salariati furono lanciate in turbine per un mondo fragoroso di sonanti officine e di macchinari frementi, gli istinti millenari che vi avevano impresso i residui tradizionali di limitatezza personale religiosa, familiare, domestica, mercantile, propri di vinte economie polverizzate e pidocchiose caddero. Allora noi concedemmo ogni fede alla minoranza magnifica che in Russia rappresentava questa avanguardia delle società moderne, preparata sui piani dell'istinto della massa e della dottrina del partito a dilacerare senza alcuna pietà tutti gli schermi di quei vecchi fradici scenari; e mai fede fu meglio riposta. La collera di classe che montò sul sommo dell'onda bolscevica di battaglia scosse sulle loro fondamenta tutti quegli idoli e feticci a cui ancora l'occidente bruciava stupidi incensi. Vedemmo davanti ad essa per sempre fuggire gli ultimi scrupoli paralizzatori legati ai pretesi "valori" della civiltà moderna, che voleva solo chiudere nel giro delle sue molli braccia la vasta terra degli zar, ma allibì vedendo spezzare dal proletariato scatenato ogni vincolo alle sue icone e ai suoi ideologismi ed ai suoi astratti, che si equivalgono quali forze classiste e storiche, si chiamino essi divinità, personalità, libertà, proprietà, culto imbecille dello Stato, della patria, della famiglia, della casa infine, ultima e più sinistra prigione che il fiammeggiare del comunismo mondiale deve disonorare prima, dissolvere poi.
Mentre il giovane proletariato russo, con la sua breve ma sfolgorante storia di classe, che aveva percorsa fulmineamente infrangendo sinistre catene ideologiche, e che più irruente ripercorse avendo nelle mani le fiamme e le armi della guerra di classe, si proiettava all'avanguardia di tutti verso le più audaci conquiste dell'avvenire, in uno dei cicli più iconoclasti della storia umana, fu chiaro alla nostra teoria, mai disgiunta dal nostro entusiasmo, che esso, levandosi, doveva sommuovere il più tremendo di tutti i cumuli di strati sociali che il marxismo avesse mai previsto; vivemmo la storia ed erigemmo coi marxisti russi la scienza del trattamento nella rivoluzione non tanto di nobili e borghesi, per cui era pronta ed ovvia la formula della riduzione al nulla, quanto e soprattutto dei contadini famelici, loro a buon diritto perché non avevano retine per raggi più alti, di terra e libertà, di proprietà non serva e di casa che non fosse canile nella famiglia del padrone terriero.
 Stabilimmo chiaro che essi avrebbero saputo combattere, ma non potevano sapere e vedere quei traguardi tanto più alti, per i quali solo la classe dei lavoratori di massa e nullatenenti ha organi di senso e di pensiero.
 Questo insegnamento ci permise di intendere che per tratto non breve, ma che confidammo potesse essere traversato di slancio con la forza della rivoluzione occidentale, si dovesse filtrare questa massa di disperati servi, dai muscoli rivoluzionari ma dalle menti oppresse da tenebre, attraverso le reti della parcellazione dei campicelli e delle casette tra loro lontane e purtroppo nemiche, dialetticamente immergendo, e non vi era da temere a riconoscerlo, il fiammante slancio delle masse urbane nella rurale fame di egoismo personale, microdomestico, microaziendale, come sola via storica per spingersi poi fuori dall'inferno della limitatezza individuale, che vive nel culto ingenuo quanto sciagurato della zolla, del peculio, della vacca, del figlio animale da lavoro posseduto, del padre nutrito titolo monetario, delle quattro mura cretine che separano dal mondo, come disse Engels della meno angusta cerchia del mir.
Non venne l'onda montante della rivoluzione di Occidente con le altre formidabili armate di senza-riserva, di proletari puri delle città – e delle campagne capitalistiche da secoli – e fummo pronti a registrare l'evento storico che, col raffreddarsi della tensione rivoluzionaria ad ovest, si dovesse scontare l'imprigionamento della campagna contadina russa in forme istintive da bassa rivoluzione borghese-individualista, per una dura tappa storica ulteriore.
Ma abbiamo visto cosa e vicenda più orrenda: non solo che il ferratissimo e spregiudicatissimo proletariato industriale russo fosse riportato indietro alla parità di potere col contadiname frammentario; ma che al primo si ponesse come modello, come traguardo, come programma, al posto di quelli comunisti che aveva conquistato nella forza del più grande partito di dottrina della storia, il modo di vivere miserabile dell'agricoltura molecolare affondata nel pantano dell'egoismo sociale". [1]

da Tracciato d'impostazione:

I vari tipi di aggregati sociali successivamente apparsi, attraverso i quali la vita collettiva si è differenziata dal primitivo individualismo animale, percorrendo un immenso ciclo che ha sempre più complicato i rapporti nei quali vive e si muove il singolo, non possono, singolarmente presi, venir giudicati favorevolmente o sfavorevolmente, ma debbono essere considerati in rapporto alla successione e allo svolgimento storico che ha dato ad essi un compito mutevole nelle successive trasformazioni e rivoluzioni. Ciascuno di tali istituti sorge come una conquista rivoluzionaria, si svolge e si riforma in lunghi cicli storici, diviene infine un ostacolo reazionario e conformista.
L'istituto della famiglia appare come prima forma sociale quando, nella specie umana, il legame tra i genitori e la prole si sposta molto più oltre dell'epoca in cui esiste per necessità fisiologica. Nasce la prima forma di autorità, che la madre e poi il padre esercitano sui discendenti, anche quando questi sono fisicamente individui completi e forti.

Siamo anche qui in presenza di una rivoluzione, poiché appare la prima possibilità di un'organizzazione di vita collettiva e si stabilisce la base degli ulteriori sviluppi che condurranno alle prime forme di società organizzata e di stato.
Quando si pone l'esigenza di una economia che superi il gioco degli interessi individuali, l'istituto della famiglia, con i suoi limiti troppo angusti, diventa un ostacolo ed un elemento reazionario nella società. Senza quindi averne negata la funzione [passata], i comunisti moderni, dopo aver notato che già il sistema capitalistico ha deformato e sconnesso la decantata 'santità' di questo istituto, lo combattono apertamente e si propongono di sopprimerlo". [2]


da Avanti, barbari!
"Dalla prima all'ultima parola di questa operetta [di Engels, L'origine…], come dalla prima all'ultima parola della dottrina rivoluzionaria del proletariato formulata da Marx, in una linea ininterrotta corre la tesi: famiglia, proprietà, potere, non sono nati colla specie umana e senza dei quali questa non può vivere. Da tempo gli uomini erano una società, quando questi tre istituti fecero la loro apparizione. Dimostrato questo, in via di scienza dei fatti, noi dimostriamo che un giorno tutti e tre cadranno. Nel nostro programma scriviamo non la modifica, la riforma, la trasformazione, ma la distruzione di queste tre basi della civiltà: famiglia, proprietà e Stato. Della famiglia, del problema del sesso, ci occuperemo a suo tempo come partito". [3]

da Scienza economica marxista:

"Quello che Engels dimostra coi minuti conti di Owen è l'enorme volume dello sciupio di forze e tempi di lavoro che comporta la sminuzzatura dell'umanità nelle cellule familiari molecolari, i cui effetti economici sono tuttavia meno deleteri di quelli sociali e politici, in quanto è lì il vero limite che tarpa le ali alla nascita dell'uomo sociale nuovo, che rende per l'uomo attuale incapace di rendersi solidale al suo simile sotto il pretesto idiota che ha amore per se stesso e il suo minimo cerchio familiare, pretesto che ogni giorno si riduce di più a menzogna esosa. Sotto le codine e retoriche lodi a questo tipo di società per famiglie ormai fradicio da millenni si nasconde una delle più turpi schiavitù, quella delle casalinghe". [4]

da Riconoscere il comunismo:

"Poiché alla difesa russa della forma famiglia degna degli stessi regimi precapitalisti siamo pervenuti, vediamo se quell'altra bestemmia alla scienza comunista e rivoluzionaria possa lontanamente reggersi sui passi di Marx sulla questione sessuale e la  comunione cosiddetta delle donne, di cui andrebbe accusato un comunismo non ingentilito e borghesemente civile quanto a quella che spaccia il Cremlino". [5]

da Mai la merce… :

I 'rivoluzionari' del Novecento sono più pedestri e sbiaditi dei notai dell'800. Oggi fanno le festicciole in tricolore e rosso sporco per la consegna in proprietà delle terre a famigliole rurali, inneggiano anch'essi a questa corbellatrice signoria degli stenti, a questa colonna degli straccioni. Nella presente società tre sono i bersagli su cui l'artiglieria rivoluzionaria è puntata: famiglia, eredità, proprietà. Sono bersagli da abbattere non solo quando sono in mano ai pochi, ma soprattutto se distribuiti tra i molti. [6]
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[1] - Struttura economica e sociale della Russia d'oggi, Ed. Contra, Milano 1966, vol. 1, pag.359 seg.
[2] - Tracciato d'impostazione, Ed. Programma comunista, Milano 1969, pag. 13.
[3] - Avanti, barbari!, in "Battaglia Comunista" n. 22, del 1951.
[4] - Scienza economica marxista (1959), ora in Quaderni di n+1.
[5] - Riconoscere il comunismo (1958-59), ora in Quaderni cit. § Lotta classista ed educazione nel sito www.quinterna.org/archivio/1952_1970
[6] - Mai la merce sfamerà l'uomo, ed. Iskra, Milano 1979, pag. 271.